Ti Amo... da vicino-lontano

L'amore un ossimoro che sposa e congiunge vicinanza e lontananza in un unicum prolifico.

Ci innamoriamo di un punto lungo la lontana linea dell'orizzonte, qualcosa che luccica ed è come-me ma non-è-me e, per questo, mi attrae: perché mi somiglia, ma mai fino al punto da essere coincidente. Poi la lontananza si affievolisce, il punto luminoso si increspa di ombre: ci si avvicina, ci si conosce, si diventa intimi, a volte tanto intimi da non essere più capaci di giocare a quel meraviglioso gioco che un tempo era il ri-conoscersi, il conoscersi ogni giorno nuovamente. Si diventa scontati e si sconta il prezzo, altissimo, di non aver imparato a giocare al gioco dell'amore, così si finisce di nuovo per allontanarsi, come recita una bellissima canzone di Pink Floyd:

“Day after day, love turns grey / Like the skin of a dying man. / Night after night, we pretend its all right / But I have grown older and / You have grown colder and / Nothing is very much fun any more...” .

“Giorno dopo giorno, l'amore diventa grigio / Come la pelle di un uomo che sta morendo. / Notte dopo notte, pretendiamo di avere ragione / Ma io sono diventato vecchio e / Tu sei diventata fredda e / Non c'è più nulla che sia davvero divertente..."

 Amore in MediadoMantenere questa vicinanza-lontananza dovrebbe, invece, essere il trucco: “nutrire da vicino la mancanza dell'Altro-mancante”, potremmo dire, usando un gioco di parole.

Eppure io amo Luca, Paola, Francesco, Lucia e li amo se ci sono, li amo perché “ci sono”, se fossero “mancanti” non li amerei. Anzi, spesso la crisi si manifesta proprio quando l'Altro si fa mancante, si assenta, disperde in una moltitudine di rigagnoli quell'attenzione che, invece, prima, era riservata solo a me.

Certo, è proprio così. Il concetto di Altro-mancante cui ci riferiamo, lungi dal rappresentare “l'Altro-che-non-c'è” palesando il suo aspetto negativo, vuole farsi portavoce della famosa riflessione socratica quando, nel “Simposio” , il grande pensatore ateniese, sostiene che l'amore non è desiderio di bellezza, ma desiderio della bellezza di cui siamo privi, desiderio di ciò di cui siamo mancanti.

È, insomma, ciò che a noi manca e che crediamo di trovare nell'Altro che ci spinge a cercarlo, ed è quando due mancanze si incontrano che nasce l'amore: la metà di me che non ho e che per un tratto di strada (o per sempre), collima con un'altra metà -o così mi sforzo che avvenga.


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1 commenti:

  1. Due mancanze come base dell'amore poi non fanno reggere la relazione. Se uno si appoggia sempre all'altro e non è capace di appoggiarsi su se stesso prima o poi dovrà subire la mancanza dell'altro e quando succederà sarà molto distruttivo.
    A volte le persone stanno con altre persone solo per non stare da soli, per illudersi di avere anche loro qualcuno.

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