Amare vuol dire raccontare


Ognuno di noi, consapevole o meno, usa la forma del racconto per spiegare gli eventi della sua vita. Questo ci dice lo psicologo statunitense Jerome Bruner
Ogni nostro "dire" è, di fatto, un racconto con cui esprimiamo la nostra visione della realtà, il nostro punto di vista, le nostre credenze, le nostre intenzioni.
Tuttavia, c'è, a mio avviso, un momento (o più momenti) della vita in cui il racconto si fa più denso e vicino alla narrativa, per come comunemente la intendiamo: l'innamoramento.

Quando l'Altro ci attrae, infatti, e a lui vogliamo avvicinarci e lui vogliamo sedurre, ecco che si aprono le danze del racconto di noi e della nostra vita. Un racconto che plana dalla superficie del superficiale e poi, racconto dopo racconto, arriva alle profondità dell'intimo. Più ci avviciniamo al s/oggetto d'amore, più sentiamo il desiderio di donargli il racconto di noi stessi, quel passato che alberga in noi in forma di episodi, più o meno tragici o divertenti, che compongono il romanzo della nostra vita.

Questo accade perché noi altro non siamo che il nostro racconto, che il nostro passato, e su di esso dobbiamo appoggiarci per stare sulle gambe del presente e da lì erigere qualsiasi possibile futuro. 

Insomma, amare vuol dire raccontare, raccontarsi: far partecipe l'Altro del nostro passato, affinché l'amore si riveli nel presente e ci coniughi, insieme, nel racconto del futuro.

Per questo il mediatore racconta: racconta storie e aneddoti, favole; usa il racconto coinciso delle canzoni e quello criptico delle poesie e i mille racconti misteriosamente nascosti nelle immagini dell'arte... E, attraverso questi racconti... fa raccontare, imbriglia (e benevolmente imbroglia) la coppia in un tessuto narrativo che stimola le parti a dire di sè e di loro, che le sprona a raccontare, come quella prima volta quando si innamorarono, la loro storia, le loro storie, affinché poi, tutto questo materiale narrativo possa diventare humus per una nuova storia, quella che vedrà la coppia rinascere (separati o insieme, poco importa) sotto l'insegna di un nuovo amore, un amore diverso, un amore diversamente narrato.

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