Non mi piacciono i de profundis, ogni Rip (Riposa In Pace) che, soprattutto dall'avvento dei social-network, risuona come una campana (of course) a morto non appena il Vip (Very Important Person) di turno ha concluso il suo Rap e tutti ci si affretta a salutarne il feretro...
Vorrei, tuttavia, fare un'eccezione per la dipartita di Pino Daniele, ricordando una sua canzone che mi è particolarmente cara e che non sfugge alle tematiche di questo blog.
In verità è un piccolo brano di 34 secondi, tutto parlato, contenuto nell'album "Dimmi cosa succede sulla terra" del 1997, dice:
"E adesso dimmi / cosa succede sulla terra / e se vedi cadere una stella / desidera una vita migliore / per me per te / e segui il tuo cuore / perché questo è il pianeta delle parole / ed alla fine resteranno soltanto / parole d'amore / resteranno soltanto parole d'amore...".
Quando l'udii la prima volta mi richiamò immediatamente il tema a me caro, che da tempo cerco di dipanare in questo blog, dell'amore come viatico fondamentale per un'umanita che sembra proprio andare per il verso più sbagliato, lanciata come un razzo contro il muro della sua estinzione.
Non solo l'amore di coppia, dunque, ma l'amore di coppia (con tutte le difficolta che in questa epoca attraversa) quale paradigma della necessità di un cambiamento, della necessità di scegliere la strada del "farsi del bene" anziché quella del "farsi del male", medesimo bivio che si trovano ad affrontare tutte lei coppie in crisi, cellule di una più globale crisi dell'umanità.
Insomma, come bene dice il sociologo francese Edgar Morin: "È necessaria una metamorfosi planetaria" che sostituisca l'egemonia della quantità con quella della qualità e metta al centro beni immateriali come l'amore e la felicità.
Cosa succede allora sulla terra? Cosa succede a quell'uomo ammalato di linguaggio che ha coniato la parola "amore" per dare un nome ai misteriosi movimenti tellurici del suo cuore, ma che sembra faticare a comprendere che è l’Uomo, nella sua funzione di specie, che ha -anzitutto- bisogno di essere amato? Che è necessario, come accade in ogni coppia, soprattutto in una situazione di crisi, privilegiare il «noi» all'«io». "Cosa altro ci serve per comprendere che siamo tutti perduti su questo pianeta? Per scoprire che non ci resta che amarci, fraternizzare, sentirci in una sola comunità di destino?" (Edgar Morin).
"E adesso dimmi / cosa succede sulla terra / e se vedi cadere una stella / desidera una vita migliore / per me per te / e segui il tuo cuore / perché questo è il pianeta delle parole / ed alla fine resteranno soltanto / parole d'amore / resteranno soltanto parole d'amore...".
Quando l'udii la prima volta mi richiamò immediatamente il tema a me caro, che da tempo cerco di dipanare in questo blog, dell'amore come viatico fondamentale per un'umanita che sembra proprio andare per il verso più sbagliato, lanciata come un razzo contro il muro della sua estinzione.
Non solo l'amore di coppia, dunque, ma l'amore di coppia (con tutte le difficolta che in questa epoca attraversa) quale paradigma della necessità di un cambiamento, della necessità di scegliere la strada del "farsi del bene" anziché quella del "farsi del male", medesimo bivio che si trovano ad affrontare tutte lei coppie in crisi, cellule di una più globale crisi dell'umanità.
Insomma, come bene dice il sociologo francese Edgar Morin: "È necessaria una metamorfosi planetaria" che sostituisca l'egemonia della quantità con quella della qualità e metta al centro beni immateriali come l'amore e la felicità.
Cosa succede allora sulla terra? Cosa succede a quell'uomo ammalato di linguaggio che ha coniato la parola "amore" per dare un nome ai misteriosi movimenti tellurici del suo cuore, ma che sembra faticare a comprendere che è l’Uomo, nella sua funzione di specie, che ha -anzitutto- bisogno di essere amato? Che è necessario, come accade in ogni coppia, soprattutto in una situazione di crisi, privilegiare il «noi» all'«io». "Cosa altro ci serve per comprendere che siamo tutti perduti su questo pianeta? Per scoprire che non ci resta che amarci, fraternizzare, sentirci in una sola comunità di destino?" (Edgar Morin).
0 commenti:
Posta un commento
Grazie, per il tuo commento.