Un tributo che, tuttavia, non vuole semplicemente essere un esercizio lezioso, ma affermare un principio fondamentale nelle pratiche della mediazione: la gestione simmetrica della relazione sapere/potere che sempre una buona mediazione e una buona formazione dovrebbero, a mio avviso, generare.
Il mediatore, come il formatore, deve (dovrebbe?) affrancarsi dalla logica che da troppo tempo ci ha sedotto (e abbandonato) in cui c'è qualcuno che sa (know) e qualcun'altro che assorbe/subisce questo sapere; per affiliarsi invece alla logica di un sapere circolare, dove ognuno è al contempo docente e discente, in un clima di condivisione della conoscenza dove non c'è parola subordinata.
In questo senso ho sviluppato tempo fa il concetto di "Altro come Maestro" che sarà oggetto di riflessione nel post di domani.
PS (Pensiero Svenevole): ancora grazie a tutti i corsisti, molti dei quali tutt'ora sento e frequento, per le tante belle manifestazioni di apprezzamento che sempre hanno accompagnato le mie lezioni come l'uscita del libro qui decantato.
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